A essere bloccati i profili ufficiali delle due formazioni politiche e quelli di alcuni esponenti locali di CasaPound. Compresa la pagina ufficiale “CasaPound Italia”, seguita da 280mila follower . Facebook, via LaRepubblica, ha subito motivato tale scelta dichiarando che i profili non rispettavano gli standard della comunità: “Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Per questo motivo – fa sapere un portavoce di Facebook – abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose, che vieta a coloro che sono impegnati nell’”odio organizzato” di utilizzare i nostri servizi”.
“Ci cancellano perché eravamo in piazza contro il” governo“, ha tuonato invece Gianluca Iannone di Casapound – “Siamo di fronte ad un attacco discriminatorio dal parte dei colossi del web. Si tratta di un attacco senza precedenti. Siamo schifati“.
Di tutt’altro tenore, ovviamente, il commento di Nicola Zingaretti: il segretario PD ha applaudito la decisione presa da Instagram e Facebook, dichiarando “Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Una motivazione esemplare a sostegno di una scelta giusta e coraggiosa. Dobbiamo condividere e diffondere queste parole importanti per mettere fine alla stagione dell’odio. Ci sono persone che se se vincessero negherebbero ad altre persone il diritto di esistere. Non bisogna mai dimenticarlo“.
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