Il campo profughi di Shatila fu creato nel 1949 a Beirut, in Libano, per offrire rifugio a 3000 persone in fuga dal loro paese e dalle violenze delle forze sioniste. Quelle persone in fuga non avrebbero mai più rivisto la loro terra: la Palestina. Oggi, anche a causa dell’alto numero di rifugiati sfuggiti dalla guerra in Siria, circa 25000 persone vivono in questo campo grande appena un kilometro quadrato. Vivono in condizioni malsane, spesso senza avere accesso all’acqua potabile, all’elettricità e a spazi pubblici nei quali incontrarsi, divertirsi e giocare.
In questo contesto undici ragazze tra i 15 e i 20 anni, nate e cresciute a Shatila, sono riuscite a conquistarsi il proprio spazio di libertà nel campo giocando a basket, grazie alla polisportiva Real Palestine Youth F.C. fondata da Captain Majdi, anche lui rifugiato palestinese nato nel campo. In un ambiente come quello di Shatila lo sport assume un ruolo fondamentale, aiutando gli adolescenti ad adottare uno stile di vita sano e positivo, fornendo loro gli strumenti necessari a prendere il controllo delle loro vite e incoraggiandoli ad analizzare con occhio critico le questioni sociali che li riguardano.
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