“All’indomani dell’approvazione della legge Madia, la dirigenza INFN annuncia subito la sua posizione: stabilizzerà subito i tecnici amministrativi (una novantina di persone), ma niente da fare per i ricercatori e i tecnologi (rispettivamente 21 e 60 aventi diritto secondo i requisiti specificati nella legge Madia).L’ente decide quindi di utilizzare i fondi stanziati dal governo per le stabilizzazioni operando una iniqua suddivisione del personale in categorie di lavoratori, quando tale procedura di stabilizzazione era, nelle intenzioni di legge, rivolta a tutti i lavoratori con i requisiti Madia” questo quanto denunciano i ricercatori precari.
L’intervista con la dott.ssa Francesca Spada dell’INFN
“Siamo di nuovo qui a piangere un altro morto sul lavoro a Carrara. E’ già il secondo in pochi giorni. Ma oramai anche le...
Una riflessione sulle conseguenze che ha avuto e che avrà in futuro la privatizzazione della sanità in alcune regioni e in alcune realtà italiane.