Morire di lavoro oggi non solo è inconcepibile, è intollerabile. Ancora oggi si muore per le stesse ragioni e allo stesso modo di cinquanta anni fa.
Per l’ennesima volta la tecnologia e la sicurezza si arrestano alle soglie di fabbriche e stanzoni e stavolta è stata una giovane operaia a pagare con la vota il prezzo di uno standard di sicurezza non rispettato.
La morte di due ventenni nel giro di tre mesi deve far riflettere sugli investimenti operati in termini di formazione e di acquisizioni di competenze.
Non è sufficiente constatare che i giovani sono i più colpiti dalla crisi provocata dalla pandemia, bisogna investire su di loro e offrire loro sbocchi occupazionali che non siamo più precari e insicuri.
Cgil, Cisl e Uil constatano con amarezza, dolore e rabbia come a pochi giorni dalla Festa del Lavoro il lavoro venga ancora una volta vilipeso, fino alle sue estreme conseguenze.
Non è più tempo di parole, ma di azioni concrete delle istituzioni e delle autorità competenti, e di interventi che garantiscano la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Tutti i lunedì mattina il fatto della settimana con l’ex direttore dell’Ansa.
Per la sesta edizione de Il Libro della Vita, il primo appuntamento del 2020 con il giornalista scientifico e storico autore di Quark e...
Dopo la denuncia su Redattore sociale dei lavoratori sfruttati a Scandicci e a Firenze.