La produzione di farina e olio di pesce, in crescita in Africa occidentale, minaccia non solo i mari al largo
delle coste africane ma anche la sicurezza alimentare e il sostentamento delle popolazioni costiere. Secondo il recente rapporto di Greenpeace “Pesce sprecato”, gli stock di piccoli pesci pelagici, fondamentali per le flotte artigianali costiere e l’alimentazione di Paesi come il Senegal, vengono pescati da grandi flotte industriali e sempre più utilizzati non per l’alimentazione umana ma per produrre farine e oli di pesce. Questi prodotti finiscono nei mangimi per gli allevamenti intensivi, in particolare l’acquacoltura. Parla la responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia.
Una giornata di studio a Prato venerdì prossimo dedicata alle esperienze di economia circolare.
Quella del 2020 passerà alla storia come l'estate fiorentina della malamovida? Dopo le polemiche su Sant'Ambrogio e su Santo Spirito, arriva il rave alla...