Per spiegare il rischio che si corre a sopravvalutare la vittoria di Bonaccini, Castelli usa una metafora: “in Emilia abbiamo messo un argine, ma la diga non è mica solida. E alla prossima piena rischia di saltare tutto, se non corriamo ai ripari”. Per il suo attaccamento al territorio lo hanno definito ‘il leghista rosso’ , lui replica dicendo che l’amore per i propri luoghi non p certo contro la solidarietà, la giustizia sociale, l’uguaglianza, i principi cardine della sinistra. cui la sinistra deve tornare. “Abbiamo abbandonato le periferie e le zone marginali -dice Castelli- cedendo alla globalizzazione ed alle privatizzazioni e rinchiudendoci nei salotti: è ora di tornare nelle osterie a parlare dei veri problemi delle persone”.
LO ABBIAMO INTERVISTATO
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