“Oggi per Firenze è un giorno di Festa, ma è anche un giorno triste, perché* tu non ci sei più” lo ha detto introducendo il suo breve saluto ufficiale la vicesindaca di Firenze, Cristina Giachi, partecipando questa mattina alla cerimonia pubblica di commemorazione per Lorenzo ‘Orso’ Orsetti, il combattente delle YPG ucciso in un ‘imboscata dall’Isis a Barghuz lo scorso 18 marzo.
Prima di lei il padre di Lorenzo, Alessandro, aveva intimato a non fare di Tekosher (questo il nome di battaglia di Lorenzo) un santino da tenere sul comodino, ma di testimoniare la sua storia concretamente nella vita di tutti i giorni. Il suo desiderio di giustizia, di una vita migliore per tutti, che lo aveva portato a poco più di 30 anni lontano migliaia di chilometri da casa a d abbracciare la causa del popolo Curdo sotto attacco dei tagliagole del Daesh.
A partecipare alla cerimonia, sul sagrato di San Miniato, in uno dei palcoscenici più prestigiosi che può offrire la città di Firenze, una folla composta e commossa di 300 persone. Al microfono si sono poi alternati i compagni di Lorenzo che hanno letto alcuni suoi pensieri dalle lettere che regolarmente mandava. Infine padre Bernardo, abate di San Miniato.
Anche ieri centinaia di persone da tutto il mondo avevano reso omaggio alla salma di Lorenzo, esposta alla casa del popolo di Rifreedi
INTERVISTA CON I GENITORI DI LORENZO, ANNALISA E ALESSANDRO ORSETTI
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