E’ una lenta strage quella che si consuma nella Piana di Gioia Tauro, non frutto della fatalità, ma della endemica e gravissima assenza delle istituzioni in un territorio in cui ogni anno affluiscono oltre duemila lavoratori migranti per la raccolta degli agrumi, obbligati a vivere e lavorare in condizioni disumane. Parla il coordinatore generale
di Medu, Medici per i diritti umani, da tempo attivi in zona.
Dalla questione globale del coronavirus al “pasticciaccio brutto di via dell'Ortone”
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