“Amore, contagio e conoscenza sono tre forme – forse le più importanti – che possono assumere i contatti fisici tra le persone: il distanziamento sociale le rende tutte e tre più difficoltose e in parte le impedisce, ne vale la pena per evitare la sofferenza della malattia (ammesso che il distanziamento vi riesca)? ” scrive Mordini “Alcuni diranno di sì, altri di no, io chiedo solo a tutti di non essere ipocriti, di non negare ciò che ciascuno sa: il Covid non giunge a ciel sereno; indipendentemente dalla pandemia, i contatti fisici nelle nostre società stavano già diventando sempre più complicati o fasulli. A volte ho persino il sospetto che il Covid sia soltanto giunto a realizzare una “politique générale d’extermination des êtres capables d’amour” che era in incubazione da tempo”.
“Prima che ci fosse la Dad, gli adolescenti trascorrevano già più ore sui social che in presenza dei loro coetanei; gli anziani morivano nelle Rsa soli, senza una carezza, ben avanti che il virus ne facesse strage. La nostra è una società da tempo caratterizzata dall’ossessione per tutte le forme, anche larvate, di intrusione sessuale, persino di seduzione; dal falso rispetto per l’intimità, trasformata contemporaneamente in pornografia ed esibizionismo digitali; dallo sfaldarsi dei legami familiari; dall’espulsione dalla vita sociale di moribondi, gravi disabili, anziani fragili” aggiunge Mordini.
Che conclude. “Il distanziamento sociale era in corso ben prima dell’epidemia di Covid ma era mascherato dall’apparenza di una vita densa di “fisicità”, comprata a buon mercato sugli scaffali di un supermercato o su Amazon: massaggi, cure estetiche, ginnastiche dolci, sport di squadra, discoteche affollate all’inverosimile e spesso (con buona pace della psicoanalisi) anche rapporti sessuali usati come scusa per ricevere o dare un abbraccio e un po’ d’amore. La pandemia e il distanziamento sociale, arrestando bruscamente gran parte di queste attività, hanno forse soltanto svelato che l’imperatore era nudo.