March 23, 2021 00:09:25
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Mar 23 2021 | 00:09:25

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Show Notes

“Servono a contenere la malattia, ma non sono risolutivi per l’ emergere delle varianti covid”. Lo dice il dott. Luigi Garavelli , primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, che aggiunge “i lockdown in queste condizioni sono inutili, serve implementare le cure domestiche”

Non è un no vax. Anzi. però, dice che “come lo  facendo non ha speranza di essere risolutivo contro il covid”. Parliamo del il primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara Pietro Luigi Garavelli.

“Ricordiamoci che il Covid  è un virus RNA, simile all’HIV, quindi- dice Garavelli-  sotto pressione della nostra risposta immunitaria e dei vaccini scappa  e muta per sopravvivere. In questa situazione,  a non essere normale è una cosa che si impara al primo anno di specializzazione. Ovvero, non si vaccina mai durante una epidemia. Perché il virus reagirà mutando, producendo varianti e sarà sempre più veloce di noi. Con un virus RNA o si trova un denominatore comune su cui montare il vaccino o, facendo vaccini contro le spike che mutano, non hai speranza di arrivare prima di lui. Lo ricorreremo sempre, ripeto, tende a mutare velocemente”

E i lockdown ?

“Allo stato attuale delle cose, quando il virus è ormai endemico, un lockdown funzionerebbe se ad esempio avvenisse nello stesso lasso temporale in tutto il  mondo e si vaccinassero contestualmente le persone con un vaccino risolutivo. Il virus Sars Cov 2 muta costantemente ma non ha ancora ridotto la sua virulenza, ci vorranno forse anni. Chiudere la società e la vita a tratti, non ha davvero senso. In pratica, dobbiamo conviverci, rispettare le misure prudenziali e, oserei dire, curare a casa”

Ma perchè il Covid è così pericoloso?

“Covid è una patologia respiratoria di una certa importanza ma non si discosta da certe influenze, entrambe hanno forme asintomatiche e pauci sintomatiche nell’80% dei casi, con ospedalizzazione nel 5%, 10% dei colpiti e una mortalità dell’1%. Il problema è la contagiosità: l’influenza stagionale  può colpire una popolazione vaccinata oppure che è già entrata in contatto con i ceppi virali da anni.  I soggetti infettati  sono circa 4 milioni ogni anno. Invece il Covid, essendo un patogeno nuovo, ha possibilità di “sfondare” e colpire milioni e  milioni di persone. Capite che è diverso ospedalizzare il 5% di 4 milioni o di 40”

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